Le api dell’azienda producono miele dell’Elba

Il miele di Rosmarino e il miele di Erica

La stagione 2022 è risultata difficile, riguardo l’andamento climatico e non solo. Le piante e così le api hanno risentito sia delle alte temperature che della loro durata. Le produzioni di monofloreali si sono limitate, e per fine estate 2022 potremo offrire miele di millefiori, di Castagno e Melata; sperando nella prossima produzione di Edera e nel successivo e fantastico miele di Corbezzolo. Paolo

rosmarino

Il “miele di Rosmarino”, normalmente il primo ad essere smielato alla fine di aprile, ha un aroma deciso e persistente, spesso, nello stesso favo si trova
il “miele di Erica”, pianta che fiorisce contemporaneamente e che dà freschezza all’insieme.

Il miele di Millefiori e Il miele di Cardo

Il “miele di Millefiori” ha una colorazione dal biondo al rossiccio dovuta a piccole quantità di melata e alle diverse fioriture della stagione. Dalla metà di marzo cominciano le azzurre fioriture del Cardo che ci accompagnano fino a maggio regalandoci il “miele di Cardo”, dal sapore deciso che ricorda la cannella.
Verso la fine dell’autunno il miele inizia a cristallizzare ed il suo colore schiarisce.

Il Miele di Eucalipto

Miele di Eucalipto La posizione dell’apiario nelle vicinanze di una fitta vegetazione di grandi piante di Eucalipto ci dona un miele dal gusto non troppo dolce e leggermente salato, particolarmente aromatico, fresco ed intenso richiama immediatamente gli aromi della pianta, concentrati nei fiori e nelle foglie. Il miele di Eucalipto viene utilizzato per attenuare e combattere i principali sintomi del raffreddore, ha ottime proprietà antisettiche, fluidificanti e antispasmodiche in grado di controllare la tosse e sciogliere il catarro. Dalla composizione particolarmente densa il miele di Eucalipto non presenta un’umidità molto elevata e la cristallizzazione avviene in pochi mesi con grana molto sottile ed il colore tende al bianco avorio.

Il miele di Castagno

Agli inizi di giugno vengono trasferite alcune arnie (nomadismo) nella zona collinare occidentale dell’isola, in cui splendide piante di Castagno vengono prese d’assalto dalle api durante la fioritura e producono il famoso “miele di Castagno” leggermente amaro con profumo forte e penetrante, ha una cristallizzazione ritardata dovuta al maggior contenuto di fruttosio anziché di glucosio.
E’ un miele molto amato dagli estimatori e si può gustare abbinandolo a
formaggi caprini, parmigiano reggiano o arrosti di carne.

Il miele di Corbezzolo

Se le condizioni climatiche autunnali lo permettono, in assenza di piogge troppo intense, elevata siccità estiva o venti troppo forti che possono provocare la caduta dei fiori, riusciamo a smielare una piccola quantità di “miele di Corbezzolo”.

Il miele di Edera

Nello stesso periodo possiamo raccogliere il chiarissimo “miele di Edera” che crea non pochi problemi in quanto cristallizza nei favi rendendo difficile la smielatura, al punto che anche per le api è difficile ridiscioglierla nelle loro scorte invernali.

Il miele di Melata

Il “miele di Melata” Una delle caratteristiche peculiari del miele di melata è dovuta proprio al fatto che si ottiene, appunto, dalla melata e non da un nettare. La melata è una sostanza zuccherina e vischiosa che si forma sulla vegetazione, in particolare sulle foglie degli alberi, in prossimità di colonie di afidi e di altri insetti che si nutrono della linfa di queste piante assorbendone la parte proteica ed espellendo quella zuccherina, che viene raccolta dalle api..
Ha un colore molto scuro, quasi nero, e tende a non cristallizzare, sapore poco dolce dal retrogusto amarognolo, in bocca è persistente, può presentare una nota acida o salata, nelle zone Mitteleuropee molto conosciuto e apprezzato, in Germania e Austria, utilizzato sia a colazione che in cucina.
Il Miele di Melata dell’Elba ha un elevato contenuto di sali minerali, è apprezzato per le sue proprietà antiossidanti e antibatteriche. Viene anche denominato Miele degli sportivi.

DOMANDE FREQUENTI

Ma cos’e’ il miele biologico?

Prima dell’arrivo in italia della Varroa, un acaro che si attacca al corpo dell’ape per nutrirsi e che può portare sino alla distruzione della famiglia, le famiglie non venivano trattate con prodotti chimici. Purtroppo finora non è stato trovato alcun sistema per debellare del tutto questo parassita che provoca danni in tutto il mondo. Le modalità ed i trattamenti – indispensabili – per combattere la Varroa segnano la differenza principale tra l’apicoltura convenzionale e l’apicoltura biologica. Nella biologica si possono usare solo sostanze naturali come l’acido ossalico o formico, in quella convenzionale si usano prodotti di sintesi chimica. Analizzando la cera, che è una sostanza grassa, si trovano residui di prodotti chimici. Un altro problema deriva dalla cera importata da paesi terzi che spesso non possiedono regolamenti seri in materia di prodotti fitosanitari. Per un miele bio la cera biologica deve essere acquistata e attestata da un ente certificatore. Con alcuni apicoltori dell’Elba stiamo sperimentando, prassi consolidata precedenti ricerche, l’utilizzo di foglie, steli e fiori di Inula viscosa posti sopra i favi. I risultati sono soddisfacenti e limitano l’avanzare della Varroa. L’odore pungente dato dallo sfregamento delle api sull’ Inula, sembra che disorienti l’acaro, poiché nasconde i feromoni che gli permettono di individuare le api. Anche il macerato di Inula viscosa – conosciuta come pedice all’Elba – molto presente nei nostri campi poco coltivati, sarà la nostra prossima sfida. Nella produzione di miele biologico ci sono ulteriori normative che consigliamo agli interessati di ricercare sul web.

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